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La direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Lazio, la soprintendenza archeologica e una grande squadra di architetti, hanno dovuto sciogliere uno dei nodi più affascinanti e complessi dell'archeologia italiana, cercando di salvare e valorizzare il grande complesso. Presto si vuole aprire al pubblico l'ala settentrionale dell'area sacra, le architetture del triportico e la traccia del tempio e un grande "orto botanico" con piante e arbusti collegati al mito di Ercole). Per anni l'impresa è andata avanti faticosamente, poi negli ultimi tre anni i lavori sono stati più veloci.Ma l'ultima parola sul Santuario deve dirla il Santuario. Il teatro è stato infatti collocato dagli antichi davanti al Sole che tramonta con i colori di una arancia. Non si fa fatica a credere che il frontone del tempio, con sculture decorate di mosaici o paste vitree, vibrasse per i raggi e potesse essere visto da Roma come un faro. Nell'oscurità il panorama è esaltato dai punti di luce della città e dei centri circostanti della Campagna Romana. Quello che si ammirerà nei tragitti notturni del Santuario.

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