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Disposto su più piani, la sua ardita e, per certi versi innovativa, costruzione, fu il prodotto di abilissimi architetti, che dovettero risolvere problematiche complesse, tra cui dove far passare la strada che s’inerpicava sul colle tiburtino e come superare i burroni del sottostante fiume Aniene. Il primo problema fu risolto genialmente, facendo passare la via pubblica sotto la piattaforma del santuario, creando la lunga via Tecta, la cui illuminazione era garantita da quattro lucernari aperti. Il secondo, con la realizzazione di potenti arcate: le sostruzioni, poichè per ricavare l’ampio 

terrazzamento, che costituisce il piano su cui poggia il vero e proprio tempio, fu necessario realizzare ciclopici sostegni. A livello sotterraneo, in corrispondenza della via tecta, lateralmente si aprono numerose porte ad arco che permettono l’accesso a botteghe, taberne e depositi per l’immagazzinamento di merci sfruttate per l’attività primaria del Santuario: lo scambio.

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