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Tremila e seicento spettatori, comidamente seduti sulle gradinate della cavea, potevano assistere alle rappresentazioni delle epopee di Ercole. Si conservano la cavea che misura 65 metri di diametro con gradinate suddivise in settori, i due accessi laterali e il proscenio. In età augustea fu ingrandito e dotato di nuove decorazioni. Il legame tra rappresentazione teatrale e religione è sempre stato molto stretto. Del resto, il santuario stesso ha un aspetto scenografico, con il tempio nella parte superiore e il teatro in quella inferiore, una soluzione che si ritrova soprattutto nelle grandi città ellenistiche. 

In Italia centro meridionale questa tipologia si diffonde nel I-II secolo a.C.I grandi santuari del Lazio: di Giunone a Gabi, di Ercole a Tivoli e della Fortuna Primigenia a Palestrina, eretti tra il II e il I a.C., presentano tutti una solenne gradinata semicircolare di accesso al tempio, senza tracce di un vero e proprio palcoscenico, che tuttavia poteva essere montato in modo provvisorio (ad esempio, realizzandolo in legno), durante le festività religiose.

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